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- 19/5/2025
Come si diventa insegnante di sostegno, una figura chiave per la scuola italiana
Il ruolo dell’insegnante di sostegno è fondamentale per garantire l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, ma non solo. Il suo lavoro è rivolto infatti a tutto il gruppo-classe e facilita l’integrazione di tutti gli alunni. Vediamo insieme come si diventa insegnante di sostegno e le caratteristiche principali di questa figura così importante per la scuola, proprio in un’ottica di orientamento.
L’insegnante di sostegno e la didattica inclusiva
L’insegnante di sostegno è una figura fondamentale per la scuola italiana. Viene assegnato solamente alle classi in cui è presente un bambino disabile, ma il suo lavoro è comunque rivolto a tutto il gruppo-classe. È a tutti gli effetti un docente corresponsabile e contitolare, partecipa ai consigli di classe e ha voce in capitolo sulle dinamiche generali, proprio come gli altri insegnanti.
Quando si analizza il ruolo e la figura dell’insegnante di sostegno, occorre quindi superare un approccio fuorviante basato sull’idea di una funzione prettamente assistenzialista. Infatti, l’insegnante di sostegno è molto più che opera di assistenzialismo verso gli alunni disabili. Contribuisce invece a rendere il percorso scolastico inclusivo e stimolante per tutti i bambini della classe. In altre parole, l’insegnante di sostegno è una figura chiave per favorire l’integrazione a scuola e la didattica inclusiva, non solo dei bambini disabili.
Funzioni e competenze dell’insegnante di sostegno
La funzione dell’insegnante di sostegno è quindi quella di favorire, insieme agli altri docenti, lo sviluppo di una strategia didattica inclusiva, mediante specifiche metodologie orientate all’integrazione scolastica e calibrate in base alle caratteristiche del gruppo-classe. In questo senso, ricopre un ruolo determinante per l’integrazione scolastica dei bambini disabili, ma è una risorsa fondamentale per la classe in generale. Va pensato soprattutto come un mediatore pedagogico che riveste una posizione cruciale – e non di secondo livello- nella gestione delle classi.
Un’altra attività essenziale dell’insegnante di sostegno è la redazione – a inizio anno- del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Si tratta di un documento fondamentale per l’inclusione dell’alunno disabile, in cui si stabiliscono gli obiettivi didattici in accordo con la famiglia, l’equipe medica che segue il bambino e consultando anche gli altri docenti.
Vista l’importanza e la complessità del ruolo ricoperto dall’insegnante di sostegno, sono richieste diverse competenze specifiche. L’approccio umanistico, che mette al centro la persona nella sua diversità e singolarità, deve essere accompagnato da diverse conoscenze in ambito pedagogico, comunicativo, didattico e psicologico. L’interdisciplinarietà è una caratteristica essenziale nella formazione di un insegnante di sostegno.
Come si diventa insegnante di sostegno: percorso di studi, TFA e concorsi
L’abilitazione per diventare docente di sostegno, secondo le regole attuali, si acquisisce attraverso un percorso di specializzazione strutturato nella forma del TFA (Tirocinio Formativo Attivo). Per poter accedere al percorso del TFA, però, è necessario possedere dei requisiti che vanno sviluppati durante gli studi universitari.
Il percorso di studi e i requisiti per accedere al TFA per il sostegno
Tali requisiti sono diversi a seconda se si vuole essere insegnante di sostegno nella scuola primaria e dell’infanzia oppure nella scuola secondaria.
Per diventare insegnante di sostegno nella scuola primaria, è necessario possedere uno dei seguenti titoli:
- Laurea in Scienze della Formazione Primaria o un titolo estero dichiarato equipollente;
- Diploma magistrale o Liceo socio-psico-pedagogico, conseguito entro l'anno scolastico 2001/2002.
Per la scuola secondaria di primo e secondo grado, invece, i requisiti richiesti sono:
- Abilitazione specifica per la classe di concorso;
- Laurea magistrale biennale o a ciclo unico, indipendentemente dalla disciplina.
Il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) per i docenti di sostegno
Una volta conseguito il titolo richiesto, il candidato deve ottenere l’abilitazione per il sostegno, iscrivendosi e completando il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) per il sostegno. Questo percorso di specializzazione è progettato per sviluppare le competenze necessarie a lavorare con studenti con disabilità.
Al termine del TFA, chi supera con successo tutte le prove può partecipare al concorso per insegnanti di sostegno.
Lavorare come insegnati di sostegno: concorsi e messa a disposizione
Per accedere al ruolo di insegnante di sostegno nella scuola pubblica, è necessario superare un concorso indetto periodicamente dal Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM). Il concorso è aperto a chi ha completato il Tirocinio Formativo Attivo (TFA) per il sostegno. I candidati devono possedere la specializzazione sul sostegno e possono presentare domanda per una sola regione. Tuttavia, essendo i concorsi distinti tra scuola dell'infanzia e primaria e scuola secondaria, è possibile scegliere una regione per ciascun grado di istruzione.
Scuola Secondaria (primo e secondo grado): è possibile partecipare sia al concorso per il primo grado che a quello per il secondo grado, a condizione di possedere il titolo per entrambi e che i bandi siano attivi nella stessa regione.
Scuola dell'Infanzia e Primaria: è consentito partecipare sia al concorso per l’infanzia che per la primaria, purché si possiedano entrambi i titoli e i bandi siano disponibili nella stessa regione.
I candidati che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno all’estero possono partecipare al concorso solo se il titolo è stato riconosciuto dal MIM. In caso contrario, possono partecipare con riserva, in attesa dell'ottenimento del riconoscimento ufficiale.
La domanda di partecipazione al concorso viene presentata esclusivamente in modalità telematica, attraverso la piattaforma web dedicata del MIM.
Le prove del concorso
Il concorso per insegnanti di sostegno prevede due prove selettive:
Prova scritta: volta a valutare le competenze didattiche, psicopedagogiche e metodologiche relative al sostegno.
Prova orale: incentrata sulla gestione di situazioni concrete in ambito scolastico, con particolare attenzione alle metodologie inclusive.
Diventare Insegnante di Sostegno senza abilitazione
Gli aspiranti docenti che non hanno conseguito la specializzazione sul sostegno possono comunque proporsi come supplenti inviando una Messa a Disposizione (MAD), specificando la disponibilità anche per il sostegno. In caso di carenza di docenti specializzati, le scuole possono assegnare incarichi di sostegno anche a docenti non specializzati. Tuttavia, la priorità resta sempre ai candidati in possesso della specializzazione.
La normativa sull’insegnante di sostegno
Non è sbagliato dire che alla base della figura dell’insegnante di sostegno c’è la Costituzione italiana. Infatti, proprio ai principi costituzionali è ispirata la legge del 5 febbraio 1992, n.104, la legge quadro che disciplina e organizza, tra le altre cose, l’inclusione scolastica delle persone diversamente abili.
Come spiegato nella premessa, l’insegnante di sostegno viene assegnato alle classi in cui è iscritto un alunno disabile, ma il suo lavoro è rivolto a tutto il gruppo-classe. Questo si spiega anche perché nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (che l’Italia ha ratificato) si insiste giustamente sulla necessità di lavorare sui fattori contestuali per rimuovere gli ostacoli che impediscono l’integrazione scolastica dei disabili.
Più recentemente, con il Decreto Legislativo del 12 aprile 2017, n.66, la formazione e il ruolo dell’insegnante di sostegno sono stati ridefiniti ulteriormente, con l’obiettivo di consolidare e approfondire la sua funzione pedagogica nello sviluppo di piani didattici orientati all’inclusione di tutto il gruppo-classe.
Infine, il Decreto Ministeriale 182/2020 ha definito le modalità di redazione del PEI, stabilendo criteri e modalità per l'assegnazione delle misure di sostegno.