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- 11/11/2025
Come funziona AppLI, l'assistente virtuale sviluppato da Ministero del Lavoro e INPS
L'introduzione di strumenti di Intelligenza Artificiale (IA) come AppLI, l'assistente virtuale sviluppato da Ministero del Lavoro e INPS, sta ridefinendo il primo approccio dei giovani al mercato del lavoro. Come Pedagogista e professionista dell'orientamento, ho testato questa piattaforma per comprendere come integrarla strategicamente nella pratica quotidiana, e la conclusione è netta: digitale e umano sono alleati, non rivali. A cura di Valentina Deidda, Orientatrice Asnor e Pedagogista.
Come funziona AppLI
AppLI è l’assistente virtuale realizzato dal Ministero del Lavoro che fornisce un primo livello di orientamento accessibile e immediato. Funziona come un “fast-food digitale”: è veloce, sempre aperto (h24) e standardizza i compiti di base, eliminando i tempi di attesa:
- Il quiz iniziale, sebbene banale per un esperto, è un meccanismo chiaro che stimola nel giovane la prima, cruciale riflessione guidata su competenze e obiettivi.
- Funzioni come "Carica CV / Crea CV", "Lettera di presentazione" e "Simulazione Colloqui" sono eccellenti supporti operativi. Il CV generato è pulito, ordinato e traducibile, fornendo una base corretta per l'utente.
L'utente arriva al colloquio con l'orientatore già in possesso di un profilo iniziale, una bozza di CV e una prima mappatura delle opportunità, permettendo di ottimizzare i tempi di consulenza.

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I limiti dello strumento
Il limite di AppLI risiede nella standardizzazione. Sebbene il CV sia corretto, è anche basic e non riesce a catturare la complessità e l'unicità del percorso individuale. L'orientamento, infatti, è molto più di una raccolta di dati.
L'Orientamento è relazione. La vera essenza del nostro lavoro è l'ascolto empatico, la capacità di cogliere pause, esitazioni, motivazioni nascoste e interpretare il contesto non verbale. Questi elementi, vitali per comprendere una transizione lavorativa e di vita o una fragilità, sono invisibili alla tecnologia.
La metodologia dell’Action Learning Conversation a supporto dell’utilizzo di AppLI
L'orientamento professionale richiede un processo attivo e relazionale, come l'Action Learning Conversation (ALC) di Marsick e Maltbia (2009). Questa metodologia si concentra sulla domanda (non sulla risposta) per sbloccare nuove intuizioni, trasformare l'esperienza in progetto e spingere la persona a una riflessione critica sulle proprie azioni e sulla propria vita
L'IA può suggerire un percorso; l'orientatore deve aiutarlo a definire il senso e l'intenzione di quel percorso.
L'orientatore usa il materiale generato da AppLI come una mappa per l'indagine, individuando immediatamente i punti deboli che richiedono approfondimento:
Mansioni generiche: un CV con descrizioni standard ("Gestione tirocini") indica la necessità di indagare il valore vissuto in quel ruolo (es. autonomia, sfida).
Competenze senza storia: un elenco di soft skills ("Creatività", "Problem Solving") spinge a trovare gli aneddoti potenti che le dimostrino, trasformando l'elenco in strumenti per il colloquio.
Le risposte di AppLI diventano il punto di partenza per attivare la riflessione, concentrandosi sul come e sul perché delle scelte:
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Conclusioni
Testare AppLI conferma che il futuro dell'orientamento è in un modello ibrido.
L'IA è uno strumento di efficientamento che gestisce gli aspetti più standardizzati. Questo libera l'orientatore, permettendogli di dedicare il suo tempo prezioso alla conversazione strategica e all'accompagnamento al lavoro.
La vera forza non sta nello scegliere tra digitale o umano, ma nel saperli combinare con consapevolezza. Sfruttiamo il “fast-food digitale” per lasciare all'orientatore il ruolo di "trattoria di paese": la cura, la personalizzazione e la qualità di un progetto professionale che nutre davvero la persona.





