
- 281
- 2 minuti
- 6/3/2025
Guide per eroi di un viaggio senza sentiero
In un mondo del lavoro in rapida evoluzione, in cui le certezze vacillano e il paradigma dell’occupabilità ci spinge a riprogettarci continuamente, le traiettorie lineari del secolo scorso non funzionano più e quelle nuove ci appaiono ancora poco nitide. A cura di Vito Verrastro, Direttore responsabile del Magazine l'Orientamento, Giornalista, Founder di Lavoradio.
“È la transizione, bellezza”, potremmo dire, parafrasando una famosa citazione cinematografica, ma per molti questa situazione può trasformarsi in un incubo, in un vicolo cieco, in una sorta di presentismo senza futuro.
Paul Millerd, che ha provato sulla propria pelle questa situazione, tirandosi fuori dopo una lunga e profonda auto-riflessione, ha scritto “The Pathless Path”: è una sorta di viaggio senza sentiero, in cui occorre liberarsi dalle aspettative sociali per forgiare una vita più significativa, autentica, appagante e in linea con l’epoca che stiamo attraversando.
Noi Orientatori, oggi, rappresentiamo le guide per provare a convertire i momenti di dubbio e incertezza in un percorso di profonda auto-scoperta: dobbiamo far re-immaginare percorsi, dimostrando che spesso lezioni straordinarie nascono proprio dall'abbracciare questo viaggio senza sentiero. Come mi disse Hubert Jaoui, uno dei più grandi esperti mondiali della creatività, tanti anni fa: “Innamòrati dell’ignoto”, segnando una svolta importante nella mia vita. Proviamo a rilanciare questo invito a chi si affida a noi, allora, sapendo che avremo forti resistenze culturali da superare, ma anche biologiche: il nostro cervello non ama ignoto e incertezza, lo destabilizzano.
Resistere alle pressioni familiari e sociali, abbracciare l’ignoto e “hackerare” il cervello: come rendere questa missione possibile? Spiegando che la carriera non è più una scalata lineare, verticale, ma un viaggio in cui si dovrà imparare a navigare in acque più o meno agitate, ad immergersi e a reinventarsi. E che stiamo rapidamente approdando verso la costruzione diffusa di una mentalità imprenditiva, una competenza-chiave non solo per chi desidera avviare un'impresa, ma anche per chiunque voglia fare la differenza. La rapida ascesa dei freelance (ne parliamo in questo numero del magazine) lo dimostra: mentre il classico “posto di lavoro” vacilla sotto i colpi del cambiamento e delle “policrisi”, la società richiede una nuova mentalità per formare individui flessibili, proattivi e capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti.
Il compito degli Orientatori nei prossimi anni sarà esattamente questo: da un lato raccontare il cambiamento e dall’altro stimolare pensiero critico, proattività, valutazione dei problemi da diverse angolazioni (per trovare soluzioni originali) e, più in generale, allenare tutte quelle soft skills che saranno i nuovi superpoteri per chi vorrà sovvertire le regole codificate (e ormai desuete). Non è più questione di età ma di mentalità: chi abbraccia questo nuovo mindset, al di là del dato anagrafico, potrà farcela, trovando nell’orientatore un prezioso mèntore in grado di ispirare, consigliare e guidare questa trasformazione.