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- 31/5/2024
Giocare d'anticipo!
Viviamo in una società in cui cambiamento e flessibilità sono le uniche costanti e muoversi quando tutto, intorno a noi, è in continua mutazione, è davvero una sfida. Anche perché, spesso, non abbiamo gli strumenti per farlo: Lorenzo Marone, nel romanzo “La tentazione di essere felici”, sottolinea:
“Ci insegnano le equazioni, Il cinque maggio a memoria, i nomi dei sette re di Roma, e nessuno ci chiarisce come affrontare le paure, in che modo accettare le delusioni, dove trovare il coraggio per sostenere un dolore...”.
Il rimando ad un sistema scolastico e accademico in cui fanno fatica ad entrare i temi legati all’orientamento, all’educazione emotiva e alla crescita personale è evidente. Arrivare impreparati ai tanti momenti di cambiamento, agli snodi, alle transizioni, è come pretendere di imparare a nuotare nel momento in cui la barca si rovescia: impensabile!
Ecco perché occorre avere la consapevolezza che non è mai troppo presto per intraprendere un viaggio di conoscenza di noi stessi e del mondo che cambia. La chiave è giocare d'anticipo: nel calcio è sinonimo di intelligenza, tempestività, acume; nell’educazione finanziaria è spesso la chiave vincente per poter realizzare investimenti vincenti di media e lunga durata. E nel campo delle startup si sta diffondendo il mantra USA “Try fast, fail fast”, ovvero prova e fallisci il prima possibile, così avrai tempo di aggiustare la mira e di riprovarci ancora. Perché, spesso, non vince chi non fa mai errori ma chi iterativamente è il più bravo a lavorare per approssimazioni progressive.
Quanto guadagnerebbero, le persone e le organizzazioni, nell’acquisire questa mentalità? L’Orientatore Asnor può diventare la cinghia di trasmissione di questa accelerazione, ponendosi nei panni del changemaker (agente di cambiamento) sul terreno dell'orientamento continuo. Giocare d’anticipo significa comunicare a gran voce che non è mai troppo presto per rivolgersi ad un orientatore professionista in grado di trasferire consapevolezza, far emergere attitudini e talenti, guidare verso decisioni “sostenibili” nel medio e lungo periodo. Ciò eviterebbe una serie di distorsioni che finiscono per diventare scelte sbagliate, produrre abbandono scolastico, "parcheggi" in Università, quiet quitting sul lavoro (fare il minimo indispensabile), scarsa produttività, malesseri emotivi, ecc.
Alcune organizzazioni in Italia si sono accorte del gap e stanno correndo ai ripari, proponendo piattaforme online che guidano i giovani fin dalla pre-adolescenza alla conoscenza di sé e alle scelte del futuro. Ma al di là degli strumenti, è e sarà sempre più importante stabilire un rapporto umano, un clima di fiducia ed empatia tra orientatori e orientati, con un’azione di scavo profondo e di confronto che al momento nessuna intelligenza artificiale sa e può fare. Per fortuna.