Martedì 16 Luglio 2024

  • 938
  • 3 minuti
  • 21/3/2024

Effetto risonanza: cos'è e come può essere utilizzato in orientamento

Come applicare le tecniche di comunicazione per creare risonanza nei percorsi di orientamento? Daniel Goleman non ha dubbi: un leader è colui che ha la capacità di sfruttare al meglio l’intelligenza emotiva (propria e del suo team). A cura di Valeria Gatti, Orientatrice Asnor.

L’effetto risonanza di Goleman

Daniel Goleman - psicologo, conferenziere, scrittore e consulente tra i più influenti nella sfera motivazionale e di crescita personale -,  in una recente pubblicazione dal titolo “Essere Leader”, esplora e approfondisce la sua tesi sull’importanza del fattore emotivo all’interno di un team, attraverso un concetto che chiama risonanza. È un effetto domino, la risonanza; una forza positiva che spinge le persone a entrare in sintonia, ad avvertire positività, emozioni buone e rigeneranti.

L’effetto risonanza che Goleman propone proviene dalla risonanza acustica: “Il fenomeno di amplificazione delle onde sonore che caratterizza i risuonatori: tale amplificazione è indotta da un impulso esterno trasmesso al risuonatore attraverso vincoli meccanici oppure attraverso l'aria, ed è tanto maggiore quanto la frequenza dello stimolo è vicina alla frequenza di risonanza naturale del risuonatore” (Wikipedia).

Da questa definizione è facile comprendere quanto l’effetto risonante di ciò che siamo - nel team, o in senso più ampio quando siamo con gli altri - sia fondamentale, per la costruzione di un ambiente il più positivo e proattivo possibile.

I nostri atteggiamenti sono sempre risonanti, anche se a volte non ce ne accorgiamo. Seguendo questo pensiero, si evince quanta importanza abbia il lavoro che un leader - prima di essere definito tale - deve compiere su se stesso:

  • gestione delle proprie emozioni;
  • abilità di problem solving e problem finder;
  • assertività ed empatia;
  • ottimismo ed entusiasmo.

Corso Consulente Esperto - banner interni

Come applicare la risonanza nei percorsi di orientamento: termini e motivazioni

L’effetto risonanza è fondamentale in ogni fase della comunicazione verbale e non verbale e le differenze esistono ma sono gestibili, quando un leader si trova online oppure offline.

Nelle fasi di orientamento abbiamo la possibilità di utilizzare la nostra intelligenza emotiva, con le relative competenze, e generare un effetto risonanza per accompagnare le persone in orientamento all’interno del loro io, e attraverso una terminologia motivazionale.

I termini risonanti

Quali sono i termini e le espressioni che attivano l’effetto risonanza? Vediamone alcuni.

Cambiamento. Nella disciplina olimpica della scherma, si chiama cambiamento l’azione con cui si cerca di deviare il ferro dell’avversario. È un’azione difensiva, protettiva. Usando questo significato diventa più facile affrontare il tema del mutamento: ogni schermitore possiede risorse e strumenti per affrontare la gara, esattamente come noi, uomini in gara per affrontare i cambiamenti della nostra esistenza.

Credere. Verbo che ci consente di spaziare in un’area di positività dalla quale possiamo fare emergere: fiducia, convinzione, consapevolezza, accettazione.

Diventare. Verbo che ci aiuta a condurre la persona in orientamento nel suo cambiamento e che ci permette di infonderle speranza.

Efficace. Aggettivo che specifica validità, pienezza ed effetto positivo di un’azione.

Esperienza. Sostantivo che rimanda a conoscenze, pratiche, patrimoni acquisiti nel tempo, tangibili e per questo certi. Fa sempre bene, pronunciare il termine “esperienza”, perché si focalizza l’attenzione sul vissuto.

Formazione. Quando usiamo questo sostantivo (oppure la forma verbale) abbiamo la possibilità di portare nel colloquio un ventaglio di effetti risonanti: unità (pensiamo alla formazione di una squadra e al legame che possiamo così instaurare con la nostra persona in orientamento); l’educazione (il patrimonio culturale della persona); la crescita psicofisica e spirituale (elementi di grande valore, imperdibili in un colloquio di orientamento).

Gratificazione. Facciamo emergere il senso di piena soddisfazione del proprio io, attingendo a ricordi ed esperienze.

Soluzione. Un altro sostantivo che crea sintonia. Pensiamo subito a un rimedio, a un nodo che si scioglie, al superamento di quello che credevamo fosse un ostacolo e che, invece, ci ha rilevato la nostra forza.

Sviluppare. Il verbo ci porta in un’azione di crescita graduale, con step ben precisi, ben lontana dall’immediatezza. Un’azione, questa, che genera speranza, poiché ogni tappa è insostituibile, se si vuole raggiungere la meta.

Ti ascolto. L’ascolto è la prima regola della comunicazione. Sappiamo anche quanto sia importante che la persona in orientamento percepisca la nostra presenza, quel qui e ora di cui ha bisogno. Pronunciare ad alta voce “Ti ascolto” esprime, sottolinea e conferma la nostra apertura, il nostro coinvolgimento; è il sigillo sul legame che vogliamo instaurare.

Traguardi oppure obiettivi. Entrambi sono concetti fondamentali, per la persona in orientamento e per il consulente. Sono risonanti, nel loro significato più profondo, ma esprimono concetti diversi. Il traguardo può essere visto come una tappa a breve termine che, sommata ad altre, porta al raggiungimento di un obiettivo. Vale la pena, dunque, valutare se è più corretto spingere la persona a parlarci dei suoi traguardi o dei suoi obiettivi. 

Bibliografia

  • “Essere Leader, guidare gli altri grazie all’intelligenza emotiva”, Daniel Goleman, Bur Rizzoli.

Iscrizioni al Registro 2024

In questo articolo si parla di

Valeria Gatti

Valeria Gatti

Orientatrice Asnor, Consulente di Carriera, Autrice.

Scopri Asnor
Collabora con noi, scrivi per l'Orientamento banner articoli

Iscriviti alla newsletter Per rimanere aggiornato sui nostri corsi, eventi e media