Martedì 16 Luglio 2024

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  • 1/9/2022

Come combattere l'ossessione per la perfezione nello sport come nella ricerca del lavoro

Al centro di questo articolo c’è un libro molto illuminante, anche per chi non è un appassionato di tennis, perché mette perfettamente in luce quelli che sono gli aspetti più importanti nello sport come anche negli ambiti di ricerca lavoro, orientamento professionale e scolastico e cambiamento. A cura di Rovena Bronzi, Job Coach e Consulente di Orientamento professionale.

"Open. La mia storia" di Andre Agassi

Ognuno di noi possiede quelle 3-4 potenzialità che potremmo definire i nostri punti di forza, le nostre risorse, e che più di tutte fremono in noi per essere espresse, allenate e valorizzate.

Una volta riconosciute, allenate, espresse e valorizzate esse diventano competenze e poteri, in grado di generare cambiamenti e creare nuovi stili di vita. Se allenate a determinate condizioni, possono portare all'eccellenza e a generare dei talenti.

Quando mancano la passione o la vocazione verso un determinato campo simbolico, ma c’è solo un rigido e snervante allenamento o altrettanti rigidi e snervanti calcoli strategici, il risultato però, può addirittura essere quello raccontato da Andre Agassi nel suo libro “Open. La mia storia”

odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi, non ci riesco...

Ciò che, infatti, nasce da un'ossessione - a maggior ragione se di altri - e si concretizza in un allenamento rigido e altrettanto ossessivo, da un lato, indiscutibilmente, può portare verso potentissimi traguardi. Dall’altro lato, se non curato, porta alla lunga all'infelicità, al dover rinunciare a libertà e cura di sé e a un malessere che prima o poi finisce per esprimersi sotto svariate forme: malessere fisico e mentale, caos, frustrazione, conflitto logorante tra "odio..giocare a tennis" e "il chi sarei senza..il tennis", per arrivare addirittura in certi casi a comportamenti (al limite) della trasgressione, convinti di esprimere cosi il proprio senso di libertà.

Quando rivolgiamo tutte le nostre energie verso una e una sola delle 3 sfere, dei 3 desideri più importanti che pulsano in ciascuno di noi, vale a dire 1) il rapporto con noi stessi; 2) il rapporto con gli altri; 3) il rapporto con il fare, prima o poi accade che:

  • le altre 2 sfere cominciano a fremere e a richiedere attenzioni; 
  • anche quella sovraccaricata comincia a reclamare e a risentirne pesantemente.

In entrambi i casi, ne scaturisce un profondo e spesso mal compreso malessere.

È evidente, quindi, che anche negli ambiti di ricerca di un nuovo lavoro, nell’orientamento professionale e scolastico nel cambiamento professionale, la passione/vocazione, l’allenamento mirato a sviluppare il proprio talento e ad aprirsi nuove opportunità, la ricerca di un equilibrio/armonia tra le 3 sfere, l’autoconsapevolezza e l’analisi del mercato debbano essere - o almeno cosi dovrebbe sempre essere - elementi imprescindibili l’uno dall’altro.

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La ricerca della perfezione VS la ricerca dell’eccellenza

Andre Agassi evidenzia bene la difficoltà nel cercare di essere sempre perfetti, riportando una frase di un suo storico coach:

"... cerchi sempre di essere perfetto senza riuscirci e questo ti fa andare fuori di testa. La tua fiducia in te stesso è distrutta e la colpa è del perfezionismo. Cerchi di fare di ogni tiro uno vincente, quando essere costante, continuo, terra terra, ti basterebbe per vincere il 90% delle volte.."

La ricerca della perfezione è un'ossessione malsana e tossica mentre la ricerca dell'eccellenza è amore per il processo e una volontà sana e costruttiva di superare i propri limiti.

E questo vale nello sport, così come negli ambiti di ricerca di un nuovo lavoro, nell’orientamento professionale scolastico nel cambiamento professionale: bisogna imparare ad amare il processo, a cercare ogni giorno di cogliere i piccoli successi, così come gli insuccessi per migliorarsi, senza essere ossessionati dal risultato finale e da una ricerca di una perfezione che non potrà mai essere raggiunta.
Può essere altamente disfunzionale il farsi condizionare da quelle persone che, quando si raccontano lo fanno sempre e continuamente in termini di ricerca della perfezione e con una facilità tale da far, per definizione, storcere il naso e anche un po' sorridere. 

Da qui nasce l’importanza di leggere, per esempio, dei libri autobiografici, magari scritti alla fine di una brillante (e altalenante) carriera, dove il focus non è più sull’auto-celebrazione ma su un desiderio sentito e a cuore aperto di condividere gioie e dolori, successi e insuccessi, alzate e ricadute.

Obiettivi risultato e Obiettivi performance/competence

Un terzo e ultimo passaggio importante del libro di Andre Agassi è il seguente: "... libero dal pensiero di vincere, gioco immediatamente meglio. Smetto di pensare, inizio a sentire.."

A riguardo, il coaching umanistico differenzia:

  • obiettivi risultato, ovvero quei risultati finali il cui raggiungimento - in una gara, così come negli ambiti di ricerca di un nuovo lavoro, nell’orientamento professionale e scolastico nel cambiamento professionale - dipendono in parte da noi e in parte da altre persone, dalle circostanze, in generale da ciò che non è sotto il nostro diretto controllo;
  • obiettivi performance e competence, ovvero quei risultati intermedi il cui raggiungimento dipende da tutte quelle azioni che sono sotto il nostro controllo, che possiamo e dobbiamo organizzare e pianificare e sulle quali dobbiamo concentrarci.

Da qui, l’importanza di porsi in primis un obiettivo risultato, analizzarlo a 360° e poi metterlo da parte. 
Successivamente occorre cominciare a pensare a tutti quei piccoli passi da fare che ci avvicinano sempre di più al nostro obiettivo e che dipendono esclusivamente da noi, concentrandosi e ponendo il focus su obiettivi performance e competence a breve e medio termine.

Bibliografia

Andre Agassi, Open. La mia storia, Einaudi, 2015 (Traduzione a cura di Giuliana Lupi).

Dott.ssa Rovena Bronzi

Dott.ssa Rovena Bronzi

Orientatrice Asnor

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