Venerdì 27 Dicembre 2024

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  • 27/1/2023

Lavoro: 8 consigli importanti per affrontare al meglio un colloquio di selezione

L’orientatrice professionale e counselor relazionale, Elisa Severa, ci offre otto importanti consigli su come affrontare al meglio il tanto temuto colloquio di selezione, step fondamentale e principale porta d’accesso al mondo del lavoro.

Il colloquio di selezione è quel momento fondamentale in cui il candidato ha un'importante e forse unica possibilità per farsi valere e aggiudicarsi subito il posto di lavoro, oppure di proseguire con ulteriori step di selezione. Dopo aver inviato candidature spontanee, o risposto ad innumerevoli annunci, si viene finalmente notati e arriva la chiamata per un incontro conoscitivo. Occorre, innanzitutto, essere attenti e aver compreso bene l'indirizzo dove avverrà il colloquio, l'orario e il nome della persona che ci riceverà.
E subito dopo? Prepararsi, avere coscienza di sé e dei propri mezzi, non cadere in facili auto sabotaggi è fondamentale per non farsi trovare impreparati e non essere scartati. Ci sono tanti candidati uguali a noi, ma dimostrare il valore aggiunto che possiamo apportare all’azienda impatterà positivamente sul recruiter.

Gli 8 consigli per affrontare al meglio il colloquio

  1. Portare con sé una copia del cv cartaceo: è vero, lo abbiamo già inoltrato, ma farsi trovare organizzati e facilitare il recruiter con una stampa cartacea, conservata con cura in un'apposita cartellina, darà il senso del nostro ordine pratico. 
  2. Essere puntuali: è bene verificare il percorso per raggiungere la sede del colloquio, per evitare imbarazzanti ritardi, e avvisare se ciò accadesse per eventi di forza maggiore. Essere puntuali non significa presentarsi un'ora prima, basta un anticipo di 10 minuti. Nell'attesa di essere convocati possiamo guardarci in torno, l'ambiente che ci circonda potrà suggerirci informazioni utili sull'azienda, un volantino, una frase motivazionale appesa alle pareti, la gestione degli spazi.
  3. Scegliere accuratamente l’abbigliamento: la parola d'ordine è sobrietà. Il nostro abbigliamento deve essere adeguato e conforme all'azienda a cui ci stiamo proponendo. Nulla di troppo vistoso e che non intralci i nostri movimenti, presentiamoci ordinati: vestiti ben stirati, capelli in ordine e trucco non eccessivo per le donne. 
  4. Informarsi sull'azienda e sulla mansione: dobbiamo manifestare che non siamo lì per caso, che conosciamo l'azienda e che abbiamo scelto di proporre la nostra candidatura per quella determinata posizione, per la loro vision. Informarsi, rilevando ad esempio elementi importanti sul loro sito internet e canali social, denoterà interesse e motivazione.
  5. Conoscersi e farsi conoscere: alla fatidica richiesta Mi parli di lei, non dobbiamo ripetere ciò che già il recruiter sa, ossia, recitare a memoria il nostro curriculum. Prepariamoci un discorso breve, di pochi minuti, da esporre in maniera scandita e chiara su chi siamo, cosa abbiamo fatto, e perché ci troviamo lì. 
    Dobbiamo essere consapevoli dei nostri punti di forza, delle nostre soft e hard skills.
  6. Essere sinceri, non lodarsi o sminuirsi: per fare colpo non dobbiamo presentarci come le persone che non siamo, con titoli non conseguiti, con esperienza e capacità tecniche mai acquisite. In sede di prova lavorativa o di successivo step di colloquio verremmo di certo smascherati. Se sentiamo di voler migliorare, ad esempio nell'esposizione della lingua inglese, poniamo la nostra intenzione informando che ci stiamo premunendo di frequentare dei corsi di formazione. L'interesse e la curiosità di migliorare è sempre vista di buon occhio.
  7. Saper comunicare anche con il linguaggio non verbale: se è importante come stringiamo la mano per presentarci, né una stretta troppo vigorosa o troppo molle, è importante anche dove posizioniamo le mani nel corso del colloquio. 
    Non gesticoliamo in maniera eccessiva, non incrociamo in segno di chiusura le braccia, non abbandoniamole sulla scrivania del recruiter, ma teniamole ben salde sulle nostre gambe, magari su una serie di fogli che abbiamo portato con noi per prendere appunti durante il colloquio. Non urliamo e non farfugliamo. Puntiamo a una comunicazione chiara e serena.
  8. Porre domande: Il colloquio non è una comunicazione a senso unico. Porre domande denota partecipazione e motivazione. Non chiediamo subito a quanto ammonta la retribuzione per quella posizione, ma chiediamo piuttosto come si svilupperà il ruolo nella loro realtà aziendale, quale sarà l'orario di lavoro e se la sede sarà la stessa di quella in cui è avvenuto l’incontro.

Infine, nel momento di congedarci, è lecito chiedere in quanto tempo si otterrà una risposta della selezione.
È buon uso non insistere con chiamate ed email per ricevere un feedback, ed è consigliabile un'email di ringraziamento per l'opportunità di colloquio ricevuta. 

Se il colloquio avviene con un recruiter di un'agenzia di ricerca e selezione del personale, sappiate che quest'ultimo funge solo da mediatore con l'azienda delegante. 
La scelta per un secondo step di colloquio spetterà proprio all'azienda.

Ricordiamoci infine che essere stati scartati o rifiutare la posizione che ci viene offerta non rappresenta un fallimento, bensì un momento di consapevolezza, un processo necessario di crescita umana e professionale.

In questo articolo si parla di

Elisa Severa

Elisa Severa

Orientatrice Asnor, Consulente R&S Jobify Recruiting

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