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- 17/2/2021
La figura dell'euro-progettista in Italia
In Italia, spesso, ad occuparsi di euro-progettazione non sono esperti professionisti ma dipendenti e funzionari pubblici, oppure privati, sprovvisti degli strumenti tecnici e conoscitivi idonei al lavoro di progettazione.
Cos’è l’Euro-progettazione
Quando si parla di finanziamenti europei, solitamente, si pensa al contributo economico che l’Unione europea fornisce tout court a imprese, enti pubblici e associazioni dei Paesi membri per favorire la loro crescita e il loro sviluppo.
La progettazione europea è così chiamata perché prevede che ai finanziamenti corrispondano dei precisi progetti di crescita e sviluppo, tuttavia l’Ue stanzia dei fondi già predisposti dalla propria programmazione finanziaria di sette anni - l’ultima è del 2014-2020, mentre la prossima sarà quella 2021-2027 -, pertanto, qualsiasi finanziamento concesso alle realtà amministrative, locali e private rientra sempre nell’ambito di programmi avviati a livello europeo, a loro volta rientranti nelle politiche pubbliche elaborate dalle istituzioni europee.
La conoscenza del tema e delle sue modalità di funzionamento sono spesso molto carenti, con la conseguenza diretta che a occuparsene non sono esperti professionisti, pagati per farlo, ma dipendenti e funzionari pubblici, oppure privati, privi degli strumenti tecnici e conoscitivi idonei al lavoro di progettazione.
L’Italia è tra i Paesi dell’Ue in cui vi è una maggiore perdita di fondi europei dovuta alla cattiva gestione degli stessi, se non proprio a una totale assenza di utilizzo.
Secondo l'ultima relazione della Commissione europea “European Structural and Investment Funds 2014-2020. 2018 Summary report of the programme annual implementation reports covering implementation in 2014-2017”, su circa 646,7 miliardi di euro disponibili, sono risultati impegnati 404,9 miliardi, il 63% del totale.
Tipologie di fondi Ue
I fondi Ue a disposizione sono di due tipologie:
- diretti, quando sono erogati direttamente dalla Commissione Europea attraverso programmi quali Horizon 2020, Creative Europe, Life, Connecting Europe Facility, COSME;
- indiretti (fondi strutturali), quando sono erogati a livello nazionale e regionale da Ministeri, Regioni ed Enti deputati all'attuazione della politica di coesione in Europa.
Oltre il 76% del bilancio dell'Ue è gestito in collaborazione con le amministrazioni nazionali e regionali con un sistema di "gestione concorrente", essenzialmente mediante cinque grandi fondi strutturali e d’investimento:
- Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) - sviluppo regionale e urbano;
- Fondo sociale europeo (FES)- inclusione sociale e buon governo;
- Fondo di coesione (FC) - convergenza economica delle regioni meno sviluppate;
- Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR);
- Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).
Al FESR poi corrispondono tutte le politiche di riequilibrio territoriale finalizzate a rafforzare la struttura socio-economica dei territori; prepararli alla sfida della competitività internazionale; attrarre investimenti esteri; omogeneizzare e ridurre differenze sociali, gap culturali, disparità dell’azione delle Pa, e altro ancora, tra le regioni europee. Tali politiche constano dei seguenti programmi:
- PIN (Programma di Iniziativa Nazionale) a sua volta suddiviso in POR (Programma Operativo Regionale), PON (Programma Operativo Nazionale e SG (Sovvenzioni Globali);
- PIC (Programma di Iniziativa Comunitaria);
- AI (Azioni Innovative).
È molto importante, ai fini dell’accesso a tali co-finanziamenti, il rispetto di criteri e parametri stabiliti dai regolamenti relativi a ciascun fondo sopra elencato.
Ma quello che conta maggiormente nello sviluppo di progetti europei è il loro valore aggiunto, ossia l'impatto sull'occupazione, la natura innovativa e l'eventuale contributo alla competitività economica della regione che il progetto è in grado di apportare.
La definizione finale dei fondi Ue dei prossimi sette anni è in discussione proprio in questi giorni.
La dotazione finanziaria prevista per il settennato 2021-2027 è ancora in fase di determinazione a seguito del necessario assestamento legato all’emergenza Covid-19.
Chi è l’euro-progettista
Chi si occupa di euro-progettazione è definito euro-progettista, una figura eterogenea che deve avere diverse conoscenze e abilità professionali.
Un buon euro-progettista ha:
- solide conoscenze di project management, insieme alla capacità di elaborazione e scrittura, alle capacità comunicative, relazionali, amministrative e finanziarie;
- capacità linguistiche, perché nella stesura dei progetti è necessario utilizzare una terminologia chiara, coinvolgente, semplice ma efficace;
- capacità relazionale e capacità organizzativa, indispensabili per il lavoro di squadra e per trovare dei partner;
- rigore metodologico, fondamentale per poter rientrare nelle scadenze stabilite dai bandi.
Queste competenze possono essere sviluppate e maturate solo attraverso una formazione specifica che sia in grado di creare dei veri professionisti del settore.