Lunedì 23 Dicembre 2024

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  • 17/2/2023

I centri per l'impiego e la costruzione di un sistema nazionale per le politiche attive in Italia

La scelta di costruire un sistema nazionale di politiche attive è un passo fondamentale per garantire il diritto all’accesso al lavoro, tuttavia le criticità da superare sono ancora molte.  In questo senso, l’introduzione del Reddito di Cittadinanza ha fatto tornare in agenda il dibattito sul funzionamento dei centri per l’Impiego con tutte le loro criticità. Strutture che oggi hanno il compito fondamentale di gestire il mercato del lavoro a livello locale e che quindi rivestono un ruolo importante anche in materia di orientamento al lavoro.

Che cosa sono i centri per l’impiego in Italia

L’introduzione del reddito di cittadinanza come misura di sostegno pubblico al reddito, e allo stesso tempo di inclusione nel mondo del lavoro, ha fatto tornare in agenda il dibattito sul funzionamento delle politiche attive del lavoro e in particolare dei centri per l’impiego (CPI) in Italia.

Al di là dell’attuale confronto, da ben prima dell’istituzione del reddito di cittadinanza i servizi per l’impiego sono uno strumento fondamentale per garantire la coesione sociale di un paese. In questo senso, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea afferma chiaramente che ogni persona ha diritto di «accedere ad un servizio di collocamento gratuito».

In Italia, i centri per l’impiego hanno sostituito i vecchi “uffici di collocamento” oramai più di venti anni fa. È del 1997, infatti, il decreto legislativo che istituisce i CPI come servizio regionale. Poco dopo, la Corte di Giustizia ha emesso una condanna all’Italia, mettendo la parola fine al monopolio statale dei servizi di collocamento. Si è aperto così l’attuale modello concorrenziale tra i centri per l’impiego e le agenzie di lavoro autorizzate a svolgere una funzione di collocamento. Modello che ha portato oggi i CPI ad essere sempre meno protagonisti nel collocamento dei lavoratori e ad assumere, invece, un ruolo focalizzato su funzioni di tipo accertativo o compilativo (per fare un esempio, il rilascio dello stato di disoccupazione).

Come funzionano i centri per l’impiego

Il 2015 è stato un altro anno fondamentale per la definizione organizzativa delle politiche attive per il lavoro. A luglio di cinque anni fa, infatti, è stato sottoscritto dalla Conferenza Stato-regioni l’Accordo Quadro in materia di politiche attive, che ha portato a firmare due anni dopo un importante pacchetto di misure sul tema del lavoro, che oggi rappresenta il quadro normativo di riferimento in Italia.

Cosa hanno comportato queste riforme per l’organizzazione dei centri per l’impiego? Essenzialmente uno spostamento significativo del baricentro organizzativo sulle amministrazioni regionali. A tal proposito, occorre ricordare che l’articolo 117 della Costituzione italiana assegna allo Stato la «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», mentre alle Regioni spetta il compito di organizzare le politiche attive e i servizi per il lavoro. In altri termini, lo Stato definisce i principi generali che le Regioni hanno poi il compito di attuare. Questo modello di governance si concretizza nel fatto che oggi tutti i centri per l’impiego dipendono dalle Regioni e operano a livello provinciale.

Il ruolo dei centri per l’impiego oggi

Oggi il ruolo dei centri per l’impiego è quello di favorire l’incontro tra l’offerta e la domanda di lavoro, all’interno di una cornice di politiche socioeconomiche orientate a facilitare l’inclusione nel mondo del lavoro delle fasce deboli e a rischio marginalità.

In questo senso, la riforma del lavoro promossa dal cosiddetto Jobs Act nel 2015 non limita più le funzioni dei CPI all’accoglienza, all’orientamento e all’erogazione di servizi amministrativi, ma gli attribuisce un inedito protagonismo nel campo del controllo e della gestione delle politiche attive del lavoro. In sintesi, ai centri per l’impiego spetta la gestione del mercato del lavoro a livello locale. Tra i servizi più importanti che i CPI forniscono oggi ad imprese, datori di lavoro e utenti, ci sono:

  • diffusione delle informazioni relative ai servizi disponibili per l’accesso al lavoro e alla formazione professionale;
  • orientamento, accompagnamento e supporto professionale per contrastare la disoccupazione di lunga durata;
  • servizi personalizzati finalizzati all’inserimento lavorativo di persone disabili o di utenti che versano in particolari condizioni di svantaggio sociale ed economico;
  • servizi per supportare e garantire la mobilità delle persone verso esperienze formative e professionali anche all’estero.

Una delle misure più utilizzate dai centri per l’impiego è la stipula di un Patto di servizio personalizzato con disoccupati e utenti che percepiscono un sostegno pubblico al reddito, con l’obiettivo di delineare un programma di riqualificazione professionale e reinserimento lavorativo della persona.

Le politiche attive del lavoro in Italia

Le criticità da affrontare per migliorare i centri per l’impiego

Nel Libro dell’anno del diritto (2019), la Professoressa Liliana Tessaroli, esperta di servizi per il lavoro, ha analizzato attentamente la situazione dei centri per l’impiego in Italia. Dall’analisi esce fuori un’indicazione incoraggiante, ovvero che il percorso intrapreso con le recenti riforme delle politiche attive del lavoro va nella giusta direzione.

La Professoressa Tessaroli ha sottolineato che la recente scelta di consolidare un sistema nazionale di misure e servizi di politiche attive rappresenta un passo fondamentale per garantire il diritto costituzionale all’accesso al lavoro. Tuttavia, lo stato di salute di questo sistema nazionale purtroppo versa ancora in condizioni precarie. Questa precarietà è dovuta, tra le altre cose, alle poche risorse economiche destinate ai centri per l’impiego e alla scarsa formazione professionale di chi ci lavora.

In sintesi, Tessaroli nota quindi uno scostamento tra gli obiettivi molto ambiziosi che vengono posti a livello centrale e la persistente fragilità dei contesti in cui operano i centri per l’impiego a livello regionale. Un divario che può essere superato continuando nella giusta strada di un sistema nazionale di politiche attive del lavoro, ma aumentando allo stesso tempo le risorse a disposizione, l’integrazione tra i vari enti e istituzioni coinvolte, nonché semplificando le forme di governance multilivello attualmente in vigore.

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