Lunedì 15 Settembre 2025

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  • 15/9/2025

Orientarsi in azione: il laboratorio come strumento di scoperta di sé

La pratica laboratoriale in contesti di orientamento e formazione. A cura di Anna Mercurio docente di Basic Design presso il Quasar Institute for Advanced Design, Brand Designer.

La creatività e il suo valore nell’orientamento

Secondo Eric Fromm, “creatività significa aver portato a termine la propria nascita prima di morire e educare alla creatività significa educare alla vita”.

In questa visione maieutica della creatività come forza generatrice del sé, c’è il nucleo primordiale dell’idea di laboratorio come esperienza attraverso la quale l’individuo riesce ad entrare in contatto con stesso, con i propri talenti e le proprie attitudini, riconoscendoli. Attraverso l’atto creativo, inteso come atto di creazione, l’individuo ha la possibilità di scoprire la propria essenza e vedere le qualità più autentiche della sua anima.

Utilizzato come pratica atta ad orientare in contesti educativi (e non solo), il laboratorio come forma di orientamento smette di essere un discorso astratto e diventa esperienza concreta: è qui che ogni ragazza e ogni ragazzo esplora le proprie caratteristiche distintive e fa emergere potenziale e desideri, trasformando pian piano l’azione, cioè cosa posso e so fare, in essenza, cioè chi sono io mentre agisco e come mi sento.

Corso Creatività

La natura del laboratorio nel contesto orientativo

Affinché questo avvenga, il laboratorio deve mettere al centro la persona nel contesto dell’azione. L’educatore (o orientatore, a seconda del contesto) osserva e ascolta. Quali bisogni? Quali energie, quali stili cognitivi? In quali ambienti la curiosità del singolo individuo è accesa e in quali, invece, si spegne?

L’orientamento diventa così un’ecologia di pratiche che nutrono la soggettività: identità, attitudini, potenzialità. Smettere di pensare in termini esclusivi di dialogo e passare alla conoscenza maturata sul campo diventa decisivo.

In un workshop di orientamento si allena l’alternanza tra due stati: l’espressione libera, in cui si sospende il filtro critico per far fluire idee e tentativi, e la riflessione - a posteriori - in cui si seleziona, si affina e si decide.

Spostare la valutazione dopo l’esplorazione amplia il ventaglio delle possibilità e alimenta la fiducia: l’agire di ognuno non è più né giusto né sbagliato ma funzionale allo scopo comune e, in questo scopo comune, ogni partecipante esprime la propria individualità e la riconosce.

Metodologie e pratiche dell’orientamento laboratoriale

Le metodologie attive più efficaci nell’orientamento laboratoriale condividono tre tratti:

  1. sono situate, ovvero legate a contesti reali;
  2. riflessive, cioè chiedono di raccontare ciò che accade;
  3. trasformative, in cui l’esperienza cambia lo sguardo su di sé.

Qui alcuni format esemplari.

Challenge-based: è un modello innovativo di didattica - prevalentemente definito hackathon - che si presenta come una sfida collettiva da affrontare in team. La struttura prevede in genere diverse fasi, alcune delle quali sono progettuali ed altre prevalentemente pratiche.

Makerspace e prototipazione: è un tipo di laboratorio prevalentemente incentrato sul fare, qui le idee diventano rapidamente oggetti o servizi, per imparare dall’errore e leggere i vincoli come risorse.

Role play e job shadowing: una tecnica formativa basata sull’interpretazione di ruoli. In concreto, ai partecipanti viene chiesto di immedesimarsi in un personaggio o in un contesto, per riprodurre esperienze realistiche, osservare le proprie reazioni e riflettere sulle affinità con la propria identità.

Laboratori autobiografici: introdotti dal personal branding, sono narrazioni, mappe di interessi, manifesti” personali che danno linguaggio a ciò che si è e si vuole diventare.

Conclusioni, saper fare e saper leggere

Il valore orientativo del laboratorio non sta solo nel saper fare, ma anche nel saper leggere ciò che accade mentre si fa: riconoscere cosa ha motivato, che tipo di compito ha dato energia, come ciascuno ha reagito all’errore e quali ruoli spontanei ha assunto nel gruppo.

Questa meta-cognizione è la vera bussola dell’orientamento: trasforma l’attività in consapevolezza e la consapevolezza, quindi, in scelta.

In un ecosistema educativo sempre più dominato da misurazioni e competenze, il laboratorio restituisce tempo di qualità all’esplorazione della persona e dignità all’unicità di ciascuna. Offre, infine, un terreno sicuro in cui testare ipotesi su di sé, allineare valori, interessi e aspirazioni. È lì che il talento smette di essere un’etichetta e diventa un movimento: dall’interno verso il mondo. E l’orientamento, finalmente, si fa azione.

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Bibliografia

  • Neal Andy e Dion Star. Creativity Begins With You: 31 Practical Workshops to Explore Your Creative Potential. Laurence King, 2022.
  • Gentile Andrea. L'intuizione creativa. Rubettino University, 2012.

In questo articolo si parla di

Anna Mercurio

Anna Mercurio

Docente di Basic Design presso il Quasar Institute for Advanced Design

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