Martedì 16 Luglio 2024

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  • 26/3/2024

Vocazione e Professione: due termini, un solo significato

La lingua tedesca offre per alcune parole una interessante stratificazione di significati. È il caso del termine “beruf” che può essere tradotto in italiano sia come “professione” che come “vocazione”. A cura di Paola Lazzarini, Orientatrice Asnor, Giornalista e Ricercatrice.

Questa sovrapposizione di significati restituisce al termine professione il valore di chiamata ad agire nel mondo, ampliandola a tutte le professioni e non solo ad alcune.

Esistono professioni già considerate di valore morale tale da giustificare l’utilizzo del termine “vocazione”, altrimenti impiegato solo in ambito religioso: si tratta di lavori ad alto impatto sulla società come quello del medico, dell’insegnante, del magistrato, lavori considerati in qualche modo più nobili dii altri.

Eppure, sarebbe più corretto applicare questo termine a qualsiasi professione, purché siano presenti alcuni requisiti.

Professione Orientatore magazine

Cos’è la Vocazione in ambito professionale

Affinché si possa parlare di vocazione non è necessario che il lavoro abbia uno straordinario impatto sul bene comune e/o richieda una dedizione superiore alla media. Questo rischierebbe di confermare una gerarchizzazione delle professioni che non aiuta a prendere delle decisioni libere e consapevoli.

Ciò che rende pienamente “vocazione” una “professione” - qualunque essa sia - è piuttosto la modalità con la quale è stata scelta. Non un criterio intrinseco quindi, ma di processo, perché il tratto più significativo della vocazione è il fatto che affonda le sue motivazioni nelle più profonde istanze dell’individuo, là dove il sé ideale e il sé reale si confrontano.

Quando una persona accetta la fatica di guardarsi dentro, in quel momento, qualunque professione diventa una vocazione, ovvero una chiamata a uscire da sé per costruire il mondo. E dato che il mondo ha bisogno di tutti i lavori, il discernimento si nutre di tutte le motivazioni, dalle più altruistiche alle più materialistiche, purché oneste.

Conclusioni, la sfida per un Orientatore

Accompagnare questo processo di autocomprensione delle persone è un privilegio, un camminare sulla “terra sacra” della vocazione individuale e richiede, oltre alle tante competenze professionali che Asnor aiuta a sviluppare, un rispetto radicale nei confronti dell’interiorità dell’orientato/a.

Esserci pienamente e al tempo stesso farsi invisibili perché il protagonista è l’altro, in dialogo con sé e con il mondo, è la vera sfida per un Orientatore.

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Dott.ssa Paola Lazzarini

Dott.ssa Paola Lazzarini

Orientatrice Asnor, Giornalista e Ricercatrice

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