Sabato 27 Luglio 2024

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  • 9/3/2021

Oltre l'8 marzo. L'impatto del Covid-19 sul lavoro delle donne

Che impatto ha avuto, e sta tuttora avendo, la pandemia sulle donne? I dati diffusi da diversi enti e centri di ricerca italiani ed esteri delineano un quadro davvero allarmante per il lavoro femminile. Approfondimento a cura della Dott.ssa Maria Elisa Maiolo, Psicologa del lavoro e delle organizzazioni e membro del Comitato Tecnico Scientifico di Asnor.

Siamo tutti d’accordo sull’affermare che la pandemia abbia portato sconvolgimenti senza precedenti alle economie globali, alla riduzione del reddito e ad alti tassi di disoccupazione. 
Poco si è detto, probabilmente, sui divari di genere in termini economici (come reddito, spesa, risparmi e perdita di occupazione).

L’impatto del Covid-19 sulle donne: studi e ricerche

Che impatto ha avuto il COVID-19 sulle donne? L’ultimo rapporto Istat sulla condizione occupazionale mette in evidenza una diminuzione dell’occupazione per quasi tutte le classi di lavoratori, in particolare per le donne, i lavoratori dipendenti (ma anche autonomi) e tutte le classi d’età (unica eccezione gli ultracinquantenni che mostrano una crescita). 

Resta sostanzialmente stabile la componente maschile. La pandemia sembra aver inasprito le differenze occupazionali, interessando soprattutto le donne, senza distinzione di età e di provenienza geografica.

A confermare questi dati è anche la ricerca Gender inequality during the COVID-19 pandemic: Income, expenditure, savings, and job loss di Dang e Nguyen sulle diseguaglianze di genere durante la pandemia, condotta utilizzando i dati di campioni rappresentativi a livello nazionale di 6 paesi tra cui l’Italia, e che suggerisce che le donne, a causa dell'epidemia, hanno il 24% di probabilità in più di perdere definitivamente il lavoro rispetto agli uomini. 

Le donne si aspettano inoltre che il loro reddito da lavoro diminuisca del 50% in più rispetto agli uomini. Probabilmente a causa di queste preoccupazioni, dicono gli autori, le donne tendono a ridurre i loro consumi e ad aumentare i risparmi. 

Un altro studio, Women’s Work, Housework and Childcare, before and during COVID-19, condotto dal CESifo di Monaco nel 2020, ha analizzato l’effetto del COVID-19 sulle modalità di lavoro, i lavori domestici e la cura dei figli delle coppie in cui lavorano entrambi i partner. 

I risultati mettono in evidenza come tutte le donne intervistate – fatta eccezione per quelle che non lavorano da remoto – dedicano più tempo ai lavori domestici rispetto a primaL'analisi della soddisfazione per l'equilibrio tra lavoro e vita privata mostra che le donne che lavorano con bambini di età compresa tra 0 e 5 anni sono quelle che hanno più difficoltà nel trovare l'equilibrio tra lavoro e famiglia durante il COVID-19. L'equilibrio tra lavoro e vita privata è particolarmente difficile da raggiungere per coloro i cui partner continuano a lavorare fuori casa durante l'emergenza. 

Anche l’indagine condotta da Ipsos per We World, Donne e cura in tempo di COVID-19, sottolinea come il 60% delle donne italiane ha dovuto gestire da sola famiglia, figli e persone anziane, spesso insieme al lavoro: un carico pesante, che ha portato 1 donna su 2 in Italia a dover abbandonare piani e progetti a causa del COVID-19. 

Il COVID-19 ha aggravato situazioni di povertà e rinunce, ancora una volta a carico delle donne: 1 donna su 2 del campione ha rinunciato ad almeno un progetto a causa del COVID-19, si legge sul sito di We World. Soprattutto nella fascia 31-50 anni le rinunce sono più pesanti. Tra le donne che avevano progetti, il 40% annulla o posticipa la ricerca di lavoro e il 38% annulla o posticipa le attività programmate per i figli. 

Anche i risultati dell’indagine locale di Confindustria Chieti-Pescara, Indagine sul mondo del lavoro ai tempi del Covid-19, condotta dalla task force per la ripartenza delle imprese, hanno evidenziato maggiori difficoltà per le donne nella gestione dell’equilibrio lavoro-famiglia.

La natura del lavoro femminile e lo stress economico

Il gender gap si riduce, ma leggendo questi dati sembrerebbe che siamo ancora lontani dalla piena parità. Le ragioni per cui siano le donne a pagare più di tutti l’effetto della pandemia risiedono anche nella natura stessa del lavoro femminileLe donne sono impiegate in settori come quello dei servizi, spesso con contratti a termine, ma non solo: ad essere coinvolte sono anche le donne autonome e le imprenditrici, che a causa della pandemia si sono viste costrette a sospendere l’attività.

A ciò si aggiungono gli effetti della crisi economica sulla salute. Giorgi e colleghi evidenziano come lo stress economico (composto da due dimensioni: paura della crisi economica e non occupabilità percepita) sia un fattore di stress che può peggiorare le condizioni di lavoro ed esporre gli individui ad atti negativi sul lavoro, come il bullismo. Gli autori offrono anche interessanti spunti di intervento: incoraggiare il benessere lavorativo e il supporto sociale tra i dipendenti, favorire le politiche di welfare per affrontare l'incertezza durante i periodi di crisi, ma anche offrire employability consultancy per migliorare l'occupabilità dei lavoratori, o offrire servizi di consulenza esterna (p.es., babysitting e asili nido, ndr) per i dipendenti e i loro parenti stretti.

In questo articolo si parla di

Dott.ssa Maria Elisa Maiolo

Dott.ssa Maria Elisa Maiolo

Psicologa del lavoro e delle organizzazioni

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