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  • 25/3/2020

Asnor aderisce all'appello del Colap: stiamo a casa ma non stiamo fermi

Con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Colap – Coordinamento Libere Associazioni Professionali si sta facendo portavoce di tutte le gravi problematiche che questo momento difficile arreca ai lavoratori, ai professionisti e alle microimprese.

Asnor condivide e diffonde il contenuto di questo appello, perchè il virus ci fa stare lontani ma noi possiamo essere vicini. Il messaggio è di rimanere a casa, di rispettare tutte le restrizioni ma anche di trovare e mettere in campo modalità nuove di erogazione dei nostri servizi o anche sperimentarne di innovativi.

È apprezzabile la scelta dell'esecutivo di aumentare le misure restrittive e di invitare la popolazione al rispetto attento delle indicazioni. Siamo anche noi convinti che, con le giuste limitazioni al contatto e il nostro senso civico, riusciremo a fermare il virus.  L’adesione all’appello del Colap è la conferma di questo impegno ma anche un invito ad agire per cominciare a trovare soluzioni che contengano gli effetti economici negativi di questa emergenza.

Garantire lo smart working

Alla luce di tutto ciò, l’implementazione degli strumenti di smart working e telelavoro è stato uno dei primi passi fatti da Asnor al proprio interno. Tutte le riunioni e appuntamenti si svolgono via Skype, così come eventuali momenti di approfondimento. In questo modo, l’Associazione conferma il rispetto delle regole e della necessità di rimanere a casa il più possibile, per evitare ulteriori contagi, e al contempo utilizza questa modalità alternativa per pensare, progettate e realizzare un nuovo modello di erogazione della prestazione professionale.

L’appello del Colap è quindi pienamente accolto tramite la messa in attivo di tutti gli strumenti possibili per scongiurare il blocco totale: non annulliamo i contratti ma riconvertiamo la modalità di lavoro professionale.

Tutelare i liberi professionisti con misure economiche e fiscali

Asnor ritiene anche necessario appoggiare le proposte avanzate dal Colap in supporto ai professionisti associativi ex legge 4/2013.

In particolare, è urgente e prioritario per il libero professionista salvaguardare liquidità. Per fare questo, chiediamo:

  1.  la riduzione volontaria di 10 punti dell’aliquota contributiva per i professionisti che versano alla Gestione separata dell’Inps per l’anno 2020 e che ne fanno richiesta;
  2. il posticipo del versamento iva su fatture emesse e pagate nel 2020 di 12 mesi e il pagamento dell’IVA solo per le fatture riscosse
  3. l’estensione del bonus di 500 euro mensili di sostegno a tutti i liberi professionisti che hanno visto diminuire del 70% la loro produttività, riferendosi al fatturato 2019
  4. la previsione di voucher baby sitting 2020 per i lavoratori autonomi con almeno un figlio minore a carico; la moratoria sui mutui, i finanziamenti e prestiti;
  5. l’istituzione urgente di una commissione interministeriale composta dalle forme aggregative inserite nell’elenco del MISE ai sensi della legge 4/2013, il MISE, il Ministero del Lavoro e l’AGID volta a promuovere sistemi di facilitazione dello smart working professionale a supporto di professionisti, associazioni professionali e microimprese;
  6. cassa integrazione in deroga per le imprese da 1 dipendente, sgravi fiscali per microimprese alla quale risulta ridotta del 25% la produttività rispetto all’anno precedente.
  7. In ultimo, si chiede particolare attenzione nei provvedimenti ai codici ateco di riferimento delle professioni associative che vengono costantemente confusi e dimenticati.

Alcune di queste misure sembrano essere state recepite dal Governo nel decreto Cura Italia. Per capire bene i dettagli, però, è necessario attendere la pubblicazione dei decreti attuativi.

Di certo, però, la storia ha insegnato come sia proprio nelle grandi difficoltà che il nostro Paese sa dare il meglio. Siamo convinti che questo sarà un momento di forte creatività, innovazione, sviluppo tecnologico, digitale e virtuale. Occorre perciò aiutare il professionista a sentirsi parte di un un momento di reinvestimento e reinvenzione. Sembra questo un buon modo per non far morire tutta quella parte di tessuto produttivo che altrimenti rimarrebbe isolato e privo di condizioni per avanzare.

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