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- 19/12/2024
Orientamento: l'importanza di conoscere il punto di partenza
Solo conoscendo esattamente dove ci troviamo, possiamo determinare il percorso migliore per raggiungere i nostri obiettivi e prepararci adeguatamente al viaggio. A cura di Silvana Macri, Orientatrice Asnor, Consulente e Formatrice.
La questione non è banale.
Sapere dove si è significa vedere chiaramente il proprio presente, comprenderlo e accettarlo.
Questo comporta affrontare sfide, valutare risorse, gestire energie, imparare a fidarsi e a chiedere aiuto.
La geolocalizzazione della vita
Siamo ormai tutti abituati a utilizzare un navigatore GPS e i più giovani non hanno nemmeno esperienza di un mondo senza navigatore. Impostiamo la destinazione e partiamo, fidandoci del fatto che il GPS ci geolocalizzi automaticamente, mostrandoci con precisione dove ci troviamo e quale percorso seguire per raggiungere la nostra meta.
Tuttavia, nelle scelte da compiere nella nostra vita, non è così scontato sapere da dove si proviene e dove ci si trova.
Imparare a “geolocalizzarsi” si configura come una competenza indispensabile, sia per chi è giovane e in formazione, sia per chi è adulto e sta vivendo in una fase di ridefinizione; ma in generale, è importante per tutti, dal momento che viviamo in tempi di cambiamenti grandi e veloci.
È fondamentale comprendere il nostro punto di partenza per determinare quanta strada dobbiamo fare al fine di raggiungere l’obiettivo ed equipaggiarci al meglio lungo il percorso.
Ecco, quindi, l’importanza di fermarsi e prendersi il tempo per mappare i propri valori, i saperi, le competenze, conoscere i propri punti di forza e di debolezza.
Ma trovare il “proprio posto nel mondo” va oltre l’autoconsapevolezza.
L’importanza di comprendere il contesto
Comprendere il proprio punto di partenza va oltre la semplice conoscenza di sé. Significa avere una visione chiara del contesto economico in generale e, più specificamente, del proprio ambiente di riferimento.
Le dinamiche del mercato del lavoro, le opportunità e le sfide del settore specifico, le tendenze emergenti e le competenze richieste sono tutti fattori che devono essere valutati attentamente.
Negli ultimi decenni, abbiamo assistito a cambiamenti economici profondi, in gran parte dovuti all'avvento di internet e delle piattaforme digitali. La tecnologia ha rivoluzionato il modo in cui lavoriamo e ci relazioniamo con gli altri.
Sul finire del Novecento, si parlava di new economy: un termine che descriveva l’economia emergente basata sulle nuove tecnologie e sulla digitalizzazione delle imprese. La new economy ha portato con sé un’enfasi sulla velocità, sull’innovazione e la globalizzazione, modificando profondamente i modelli di business tradizionali. Oggi, siamo entrati in una fase ancora più avanzata, siamo immersi in un mare di contenuti e l’attenzione diventa un bene sempre più raro e prezioso.
Il modello “freemium”
Molte piattaforme digitali hanno adottato un modello che possiamo definire “freemium”: i servizi di base sono offerti gratuitamente, mentre le funzionalità premium sono a pagamento. Al di là delle piattaforme, questo modello impatta sulla modalità di lavoro anche delle singole persone.
Non possiamo parlare di personal branding senza averne consapevolezza. Comunicare efficacemente significa conoscere questo nuovo modello economico, sapere come funziona e gestirne la complessità.
La capacità di attrarre e mantenere l’attenzione è cruciale, così come l’energia necessaria a offrire valore gratuito mediante contenuti e risorse al fine di accompagnare l’interlocutore verso l’azione che desideriamo.
Come lavorare sul proprio ambiente di riferimento
Oltre alla visione macro del mercato del lavoro, è cruciale avere una chiara comprensione del contesto specifico in cui ci si trova.
Il libro “Chi c'è nella tua stanza?” di Ivan Misner, Stewart Emery e Rick Sapio introduce una potente metafora per riflettere sulle nostre relazioni e sull’influenza che le persone hanno su di noi. Il concetto principale è che la nostra vita è come una stanza con una porta d’ingresso, ma senza uscita. Ogni persona che entra nella nostra stanza rimane lì per sempre, influenzando il nostro benessere e la nostra felicità.
Il libro suggerisce di immaginare la nostra stanza come un luogo dove valutiamo attentamente chi far entrare, basandoci sui valori che consideriamo importanti. Ecco, quindi, la necessità di partire dall’analisi dei valori al fine di condividerli in occasione di networking, coltivare una buona rete di contatti, costruire ambienti che possiamo definire “potenzianti”.
Conclusioni, l’azione di orientamento: un supporto alla consapevolezza
Nel supportare le persone nell’acquisizione di questa doppia consapevolezza, interna ed esterna, l’orientatore gioca un ruolo cruciale.
La consulenza di un professionista aiuta a tenere insieme tutti i pezzi della complessità entro la quale dobbiamo muoverci: comprendere sé stessi, il contesto generale, il proprio contesto di riferimento, lavorare sul personal brand per fare emergere il proprio valore distintivo e al tempo stesso trovare il valore di connessione con altre persone al fine di generare un ambiente positivo e potenziante.
Le sfide sono tante, ma lo sono anche le opportunità. L’azione di orientamento deve aiutare a vedere entrambe con la stessa lucidità.