Sabato 27 Luglio 2024

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  • 17/2/2023

Cos'è l'intelligenza orientativa e come può aiutarci a scoprire la direzione che possiamo dare alla nostra vita

Immersi in una società distraente abbiamo, in molti casi, smesso di utilizzare i sensi per orientarci rispetto a dove ci troviamo e a quale direzione potremmo prendere. Come ritrovare il senso dell’orientamento grazie all’intelligenza orientativa. Approfondimento a cura di Massimo Ravasi, Orientatore, Formatore e Motivatore.

Cos’è l’intelligenza orientativa

Sempre più la realtà contemporanea - definita da molti ormai volatile, complessa, ambigua - mette in gioco un’intelligenza di cui spesso si ignora sia l’esistenza che l’importanza: l’intelligenza orientativa. Propria del genere umano, come per tante altre forme di esseri viventi della Terra – si pensi all’abilità dei volatili di spostarsi nel cieloalla capacità di molti insetti di scavare tunnel sotterraneialla maestria dei predatori di andare a caccia - se ne è perso l’uso mano a mano che la nostra civiltà si è evoluta e che la tecnologia ha preso piede. 

Così oggi, proprio nel momento in cui se ne avrebbe maggior bisogno, vista la complessità intrinseca a molte delle scelte che compiamo nel corso della vita, ne siamo spesso sprovvisti. 

Tuttavia non tutto è perduto! Infatti, come avviene per le restanti 12 intelligenze di Gardner, anche l’intelligenza orientativa, di cui mi prendo la responsabilità del nome pur non essendoci alcun studio scientifico che l’abbia rilevata neurologicamente, può essere sviluppata e potenziata con l’esercizio e l’uso costante.

Come avviene con altri tipi di intelligenza, si può partire dalla base, cioè con il risvegliare la sensorialità. Essendo infatti immersi in una società distraente abbiamo, in molti casi, smesso di utilizzare i sensi per orientarci rispetto a dove ci troviamo e a quale direzione potremmo prendere

Esercizio di intelligenza orientativa

Così un primo esercizio di sviluppo dell’intelligenza orientativa prevede di attivare semplicemente la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto e il gusto, osservando il mondo esterno in modo nuovo, con più consapevolezza; lo stesso esercizio può essere, però, rivolto anche a una dimensione più interna: in questo caso l’effetto sarà di rigenerare la bussola interiore, che a volte, per varie cause, si è smagnetizzata. Connettersi con il nostro interno facilita, infatti, la definizione di una prima mappa rispetto al caos interiore, provocato dall’iperstimolazione attuale indotta dal mondo esterno.

Proprio grazie a questa connessione diventa possibile rispondere a domande quali: Chi sono? Dove sono? Verso dove vorrei dirigermi? 

Pensiamo metaforicamente all’uomo nella savana che si blocca ritto, l’arco pronto a tendere la freccia, ascolta la natura, fiuta l’aria per percepirne odori distanti, osserva l’orizzonte alla ricerca di un segno e tocca la terra per trovare una traccia. 
Orientamento primordiale del cacciatore.

Pensiamo al rabdomante che avanza con il suo bastoncino in attesa delle vibrazioni. 
Pensiamo all’abile venditore del mercato che coglie ogni micro-espressione che intuitivamente lo porta a scegliere come gestire la contrattazione in corso. 

Polaroid che rivelano come l’intelligenza orientativa si attivi nel momento stesso in cui si focalizza l’attenzione verso un punto di riferimento chiaro. Il principio di base dell’orientamento è “essere nel qui ed ora” in modo vigile. 
Una volta che si è in questa dimensione allora si può iniziare a dedicare delle energie a quelle strategie che ci permettono di muoverci in uno spazio e in un tempo che non sono più rappresentabili, simbolicamente, da una linea retta. Un simbolo che ha segnato l’immaginario dell’uomo occidentale per molto, molto tempo. 

Epitaffio di Cronos: la linea retta non rispecchia più la realtà del nostro presente. Cosa è restato al suo posto? 

L’immagine è quella di un presente “nuvola”: al suo interno non è semplice trovare una direzione, si rischia di sbattere o scontrarsi, ma c’è un modo: rallentare e mettersi in ascolto. 

Allora si colgono i segnali, i trend e rimestando nell’umidità grigia si può scoprire un seme generativo. Da tutto ciò possono prendere avvio delle prime ipotesi sul domani: il SE diventa una particella orientativa funzionale alla sperimentazione e verifica di ciò che potrei essereL’intelligenza orientativa è ciò che può aiutarci a definire un primo prototipo, come fossimo il prodotto di un processo di design.

Dott. Massimo Ravasi

Dott. Massimo Ravasi

Orientatore, Formatore, Coach

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