La responsabilità di essere orientatore

di KATIA FILICE e DESIRÉ CHIRICO – Quando si parla di orientamento si pensa subito ad una scelta, ad un ritrovarsi, ad un bivio che ci porta in una nuova strada che non conosciamo ma che dobbiamo percorrere per forza di cose… Tuttavia, bisogna sempre più rendersi conto che orientare non significa indicare un percorso migliore ma significa fornire gli strumenti necessari che, ogni volta che dobbiamo prendere una decisione, possiamo pescare nel cassetto dell’esperienza e in contempo, la tecnica giusta per meglio adattare il nuovo al nostro essere.

L’orientatore deve conoscere, avere sensibilità ed empatia, deve entrare in punta di piedi ed ascoltare, perché scegliere e fornire il “pennello per dipingere la propria tela” non è una cosa semplice e neppure superficiale. Non per tutti valgono le stesse regole, non c’è una ricetta da seguire; ogni ragazzo, giovane, adulto che ha bisogno di essere orientato ha un suo bagaglio che bisogna rispettare, comprendere ed arricchire.

Ognuno di noi avrà bisogno, per tutto l’arco della vita dell’orientamento in senso lato, ognuno di noi dovrà avere la possibilità di arricchirsi arricchendo. Già, chi orienta deve continuare a formarsi e allo stesso tempo deve essere in grado di assorbire quello che l’altro è e riesce a dare. È una grande responsabilità, una missione verso se stessi e verso gli altri. In questa ottica siamo lieti di essere entrati a far parte dell’Associazione Nazionale degli Orientatori (ASNOR), una rete di orientatori da cui trarre sempre nuova linfa e con cui collaborare per un orientamento sempre più proficuo, efficace e consapevole. Per chi avesse bisogno di un professionista dell’orientamento può consultare il registro nazionale degli orientatori e trovare il professionista più vicino e più adatto alle proprie esigenze.

  • 14 gennaio 2023

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